Processo

Sulla storia del processo

Monsignor Josef Laštovica, dopo la morte di Madre Vojtěcha, consigliò a Madre Inviolata Krupková, succedutale come superiora generale, di iniziare il prima possibile l’analisi del caso di Madre Vojtěcha, morta in fama di santità. In primo luogo andavano contattati i testimoni viventi che l’avevano conosciuta (ciò è riportato in una sua lettera del 07/12/1992).

Le suore potevano mettere per iscritto i propri ricordi di Madre Vojtěcha. Sulla base di questi ricordi delle consorelle e della personale testimonianza scritta da Madre Vojtěcha sulla propria vocazione, Madre Inviolata redasse il necrologio che in seguito sarebbe stato edito con il titolo: L’amore non finisce con la morte.

Da tutta la comunità diverse sorelle parteciparono ad un gruppo di preghiera nato per  sostenere la beatificazione di Madre Vojtěcha, prima ancora che il processo di beatificazione avesse inizio. In tutto formavano un gruppo di circa 60 suore.

Il 25/10/1995 un’altra superiora generale, M. Remigie Češíková, chiese al vescovo Vojtěch Cikrle di approvare le preghiere d’intercessione di questo gruppo.

 

Lo svolgimento del processo di beatificazione: 1996 – 2011

Dopo aver ricevuto il Nihil obstat del Vaticano, il 28/02/1996, con data 25/01/1996  e firmato dal viceprefetto +Albertus Bovone e dal segretario +Eduardus Nowak, fu ufficialmente aperto il processo diocesano con la nomina della commissione addetta e i giuramenti dei singoli membri (29/11/1996).

Il 4/11/1996 il vescovo Vojtěch, su suggerimento della superiora generale M. Remigie, nominò postulatore il monsignor Karel Simandel, allora segretario generale della Conferenza episcopale ceca.

Il 25/11/1996   il vescovo Vojtěch Cikrle invitò la superiora generale Madre Remigie Češíková all’apertura solenne del processo di canonizzazione che si tenne venerdì 29/11/1996 alle ore 14, a Brno sul colle Petrov. Insieme a lei furono presenti dieci consorelle, tra cui s. Ludmila e s. Fabiola, le più vicine collaboratrici di Madre Vojtěcha, e suor Doloris, che era stata con lei in carcere.

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Con questa prima seduta fu ufficialmente aperto il processo di canonizzazione della serva di Dio, suor Vojtěcha Hasmandová.

“L’apertura di questo processo di canonizzazione non è ancora una dichiarazione di santità. È l’inizio di un accertamento e perché possa svolgersi bene sono necessari la grazia e l’aiuto divini. Preghiamo dunque per l’andamento del processo e per la glorificazione della Serva di Dio, Vojtěcha Hasmandová. Se Dio vorrà, questo sarà un nuovo e potente impulso per la vita spirituale di tutti noi”.

(il vescovo Vojtěch Cikrle in occasione della cerimonia di apertura del processo)

Il tribunale ha raccolto le deposizioni di 44 testimoni di tutte le diverse fasi di vita della serva di Dio, dalla nascita fino alla sua serena dipartita (21/01/1988), circa la sua fama di santità ed eventuali grazie ricevute per sua intercessione. Contemporaneamente venivano studiati e tradotti in Italiano i materiali scritti, la documentazione relativa al processo e alla detenzione, ai resoconti degli interrogatori, sulla condanna per alto tradimento a servizio del Vaticano, circa gli anni in carcere (8 anni), i 10 anni a Vidnava, i 17 anni e mezzo della sua attività come superiora generale, sui preparativi e la conduzione dei due capitoli generali della Congregazione, sulla messa in atto del rinnovamento post-conciliare della vita consacrata, sulla formazione clandestina delle nuove vocazioni (50 di esse sono oggi suore) e molto altro ancora.

Sono state effettuati sopralluoghi della tomba, della stanza in cui ella morì, e di altri interni del convento di Znojmo-Hradiště, per accertare che non vi fossero già segni di un culto liturgico della sua persona.

Quale è stato l’iter in Vaticano?

In Vaticano si procedette all’apertura solenne della documentazione sigillata e alla nomina del postulatore romano, del relatore della causa, sotto la cui guida il postulatore con la propria collaboratrice ha preparato la Positiocirca l’eroicità delle virtù. Fu nominato postulatore il monsignoreJosef Laštovica. Sua aiutante in questo lavoro è stata SM. Remigie Češíková SCB. Il 4 novembre 2009 hanno consegnato il libro da loro elaborato alla Congregazione per le cause dei santi perché fosse ulteriormente esaminato dalla chiesa.

Successivamente a questo passo, il 01/01/2012 è stata nominata postulatrice suorRemigie Češíková SCB. Nel frattempo è stato effettuato l’esame della vita di Madre Vojtěcha da parte della Congregazione per le cause dei santi. Due gruppi, uno di teologi (29/10/2013) e l’altro di cardinali e vescovi (28/11/2014), indipendentemente l’uno dall’altro, dapprima individualmente quindi in gruppo, hanno esaminato l’eroicità delle virtù, della vita e della morte della serva di Dio.

I risultati di questo scrutinio sono stati consegnati in un concistoro privato dal prefetto della congregazione, il cardinale Angelo Amato, SDB, al santo padre Francesco, il quale ha confermato il 6/12/2014 il decreto sull’eroicità delle virtù. Ha così sancito che questa serva di Dio può essere presa come esempio e modello di riferimento. Le è stato inoltre conferito il titolo di venerabilis– degna di essere venerata. Si è così concluso l’esame della vita della venerabile serva di Dio. (qui, qui, decreto–presentazione)

Ma perché il processo di beatificazione sia compiuto è necessario anche attestare una guarigione miracolosa per intercessione della serva di Dio. Bisogna dimostrare una guarigione avvenuta a seguito di una malattia o di uno stato patologico tali da essere ritenuti, per le attuali conoscenze mediche, incurabili. I medici devono emettere un referto documentato con una dettagliata descrizione della malattia, dello stato prima della guarigione, che deve essere definitiva.

È essenziale e molto importante che le preghiere con un’intenzione si rivolgano all’intercessione di una sola persona candidata alla santità.

Accertare un miracolo richiede un procedimento rigoroso. Dopo l’analisi diocesana secondo le istruzioni deliberate e i pareri dei medici, segue presso la Congregazione per le cause dei santi una doppia commissione medica di esperti. Solo a questo punto la commissione dei cardinali sentenzia per la prima volta che si tratta di una guarigione miracolosa, umanamente inspiegabile, e si sottopone il tutto al santo padre. Si apre così la via per la beatificazione. Prendiamo tutto ciò come un dono di Dio alla chiesa nel nostro paese!

Affinché si possa giungere ad accertare il miracolo è stato costituito un altro gruppo di preghiera che si riunisce regolarmente a pregare per questa beatificazione, per le nuove vocazioni e per la guarigione e il soccorso divino a tutti i malati e i bisognosi che si affidano alla preghiera di intercessione.